Che bello nuotare con gli squali! Dove immergersi con loro nel Mondo ma senza disturbarli

2023-01-05 18:14:11 By : Mr. yongke liang

Il fascino delle immersioni fra i colori splendenti della barriera corallina. Nuotare tra i pesci con la possibilità di vederli scivolare veloci nel loro habitat naturale è un’emozione sempre più ricercata. A volte con un brivido in più, quando fra quei pesci a nuotare liberi sono anche gli squali, i predatori marini per eccellenza.

Non sono sfuggiti al richiamo neanche i duchi di Cambridge, William e Kate, futuri reali di Inghilterra. Per loro, la visita ufficiale nei Caraibi si è trasformata in un’occasione imperdibile per tuffo nel profondo blu del South Water Caye, la più grande riserva marina del distretto di Stann Creek in Belize, istituita nel 1996 su un territorio di oltre 47 ettari di mangrovie e ecosistemi costieri. Un incanto che nel 2017 il National Geographic ha inserito fra le 21 spiagge più belle del mondo.

Un’area che il Belize protegge, come hanno sottolineato di due reali postando su Instagram le immagini della loro immersione. «Il Belize ospita la seconda barriera corallina più grande del mondo. Mentre gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti, il governo del Belize e le comunità di tutto il paese meritano un enorme riconoscimento per i loro sforzi per ripristinare questo incredibile ambiente marino con un impegno a proteggerne il 30% entro il 2030».

Nuotare fra squali che si aggirano indisturbati dalla presenza umana, proprio così come si vede fare a William e Kate, non è un’esperienza così insolita. Anzi sono ormai migliaia le persone che ogni anno sono attratte da questo tipo di turismo “naturalistico” che però ha i suoi pro e i suoi contro.

«Si tratta di un’emozione indescrivibile e straordinaria – racconta Rosalba Giugni fondatrice di Marevivo, associazione che dal 1985 si batte per la difesa degli oceani, e grandissima appassionata di immersioni – ho avuto la fortuna di potermi immergere con loro in diverse parti del mondo ed ogni volta è stata un’esperienza indimenticabile. Poterli osservare nel silenzio mentre si muovono nella loro elegante aerodinamicità, circondati da una corte di pesci come dei veri e propri re, è impagabile».

«Tra le immersioni più emozionanti sicuramente quelle nel reef di Sanganeb in Sudan – ricorda la Giugni – dove è frequente imbattersi nelle cosiddette processioni di squali martello». Si tratta infatti di una località frequentatissima dai sub proprio per la ricchezza straordinaria di vita in una delle barriere coralline più incredibili al mondo e per quelli che i sub chiamano “muri di squali martello” per indicare il numero straordinario di esemplari che compone il gruppo. «Sono stata molto fortunata a incontrare questi gruppi numerosi di squali più volte. Si muovono insieme e hanno una grande curiosità verso gli uomini a cui però non si avvicinano mai troppo». Se l’emozione non è data solo dalla pericolosità del nostro compagno di immersione, immergersi con i grandi squali non carnivori, come ad esempio gli enormi squali balena, è una delle migliori possibilità.

Dove è davvero molto facile è a Nosy By, in Madacascar. Qui non è insolito incontrare il pesce più grande degli oceani, un gigante che può raggiungere i 12 metri e le 20 tonnellate che, malgrado la bocca gigantesca e i suoi 310 denti non è assolutamente pericoloso per l’uomo perché si nutre di plancton e di gamberetti.

Ma anche rimanendo in Italia non è impossibile l’incontro ravvicinato: a poca distanza da Lampedusa, infatti, l’isoletta rocciosa di Lampione è un habitat perfetto, soprattutto tra metà luglio e metà settembre, per immersioni con squali grigi che accorrono nell’area per le condizioni climatiche adatte e in mezzo ai quali si può nuotare, senza grossi pericoli. Famosi anche gli "squali volanti del Sudafrica”che altro non sono se non squali bianchi adulti che spiccano balzi di diversi metri fuori dall’acqua in un fenomeno, definito "breaching", che si può osservare dal vivo presso False Bay.

A 45 chilometri circa da Città del Capo, l'imbarcazione che accompagna i turisti salpa poco prima dell'alba e, giunta nei pressi di Seal Island, inizia a trascinare dietro di sé un tappetino di gomma sagomato a forma di otaria: è il modo per attrarre gli squali bianchi di passaggio che, ingolositi dalla figura che si agita in superficie, cercheranno di afferrarla, saltando a tutta velocità fuori dall’acqua come in un volo, obiettivamente impressionante.

Anche senza brevetto da sub è possibile avvicinare gli squali in mare aperto, sfruttando la possibilità offerta da molti tour operator che garantiscono organizzazione e sicurezza. Il Sudafrica è considerato davvero una meta imperdibile per chi vuole nuotare con gli squali bianchi che, per la loro pericolosità, possono essere avvicinati grazie a gabbie di acciaio calate in acqua dalle barche, al cui interno entrano coloro che vogliono vivere l’emozione e l’adrenalina della vicinanza diretta con il predatore principe degli oceani. Spesso però questo genere di attività è accompagnata da una pratica poco etica e sicuramente dannosa: quella che prevede di gettare in mare esche (in genere altro pescato in pezzi) usate per attrarre gli squali e costringerli ad avvicinarsi alle gabbie.

«Mi è capitato alle Maldive – racconta la Giugni – e devo dire che si tratta di un’esperienza completamente diversa. Nello squalo, attratto dal sangue, si scatena una frenesia alimentare che stravolge completamente la sensazione che si prova nelle immersioni libere. I movimenti cambiano completamente e si percepisce che diventano irrefrenabili, completamente fuori controllo». Questo metodo è molto contrastato dagli animalisti perché forza gli animali ad un atteggiamento innaturale e li abitua a ricercare cibo in prossimità delle barche, trasformandosi in pericolo per gli uomini e gli stessi pesci. Meglio quindi preferire le agenzie turistiche che garantiscono un rimborso in caso di non avvistamento o una seconda uscita in mare.

A Gansbaai, in Sudafrica, a due ore e mezza di macchina da Città del Capo, Great White Shark Tours accompagna i turisti a vedere i grandi squali bianchi dalla superficie o sott'acqua da una gabbia. Il giro in barca conduce a una ventina di chilometri dal villaggio ed è qui che, durante i mesi estivi, gli squali si tengono più vicini alla riva mentre durante l'inverno si spostano a Shark Alley, un vicino canale formato da due isole. Se non si vedono gli squali, sicuramente si possono avvistare pinguini e ontarie di cui questo territorio è ricchissimo, e questo rappresenta sicuramente un valore aggiunto.

Nell’ottica della sicurezza la raccomandazione fondamentale, per chi si immerge con la gabbia, è quella di non aggrapparsi alle grate e di non mettere fuori le mani, perché gli squali che arrivano in quanto richiamate dalle esche buttate appositamente in acqua, sono particolarmente eccitati dall’idea della caccia e quindi aggressivi. Per ovviare a questo problema si possono preferire le immersioni con le gabbie a grandi profondità che permettono avvistamenti anche senza il lancio di esche. L’ enorme numero di squali nella baia in cui si trova l’isola di Guadalupe, in Messico, permette questo tipo di immersioni anche grazie all’alto numero di presenze. Le acque dell’isola ospitano infatti 366 squali identificati, e In molte immersioni si possono vedere da due a tre grandi squali bianchi, anche se il numero maggiore è tra luglio e agosto.

In Europa è molto più semplice nuotare in vasca con gli squali che in mare aperto. Per questo sono molte le strutture lo offrono questa possibilità. Il Blue Planet a Liverpool, ad esempio non richiede nessuna esperienza e offre un mini corso di immersione e il certificato "Mi sono tuffato con gli squali al Blue Planet Aquarium” che attesta l’avvenuta prova di coraggio. Il grande e frequentatissimo acquario di Barcellona  permette a tutti i subacquei qualificati di immergersi nella vasca principale e di essere circondati da squali e migliaia di pesci. Per i più timorosi è possibile invece scendere in acqua con una gabbia di protezione mentre ai bambini si offre la notte su un lettino davanti alla vasca degli squali per osservarli durante le ore notturne.

La notte con gli squali è offerta anche in Italia, all’acquario di Cattolica Qui, adulti e bambini, sono invitati a trascorrere le ore del riposo notturno davanti alla grande vasca da 700 mila litri di acqua in cui nuotano squali toro e squali nutrice sdraiati su lettini da mare. Certo è che l’incontro con un animale che vive in una vasca non può certo corrispondente a ciò che incontreremmo se lo vedessimo libero in natura. Senza contare le emozioni, che non potranno mai essere le stesse, va tenuto comunque presente che un pesce che nuota in una vasca, per quanto grande, è comunque snaturato rispetto alle sue caratteristiche etologiche. Gli squali in particolare sono animali che scendono a grandi profondità e percorrono ogni giorno distanze chilometriche. Pensare che osservarli mentre girano in tondo in una vasca ci permetta di sperimentare il loro reale modo di vivere in natura, è un insegnamento distorto e soprattutto diseducativo.

Per gli squali carnivori anche l'uomo può rappresentare cibo di cui cibarsi e quindi diventare una preda. Eppure l'incontro non è così semplice e non sempre finisce in spargimento di sangue. Il Florida Museum of Natural History ha pubblicato anche per il 2021 l’ Yearly Worldwide Shark Attack Summary, vera e propria ricerca annuale che affronta la questione numero uno riguardo agli squali: i loro attacchi agli umani. «Il totale mondiale 2021 di 73 casi confermati non provocati (cioè casi in cui gli uomini non avevano cercato il contatto con lo squalo provocandone la reazione) è in linea con la media quinquennale più recente (2016-2020) di 72 incidenti all’anno – spiega la ricerca. – Tuttavia, il numero di casi non provocati è diminuito significativamente nel 2020, cosa che attribuiamo ai blocchi associati alla pandemia. Quest'anno ci sono state 11 vittime legate agli squali, 9 delle quali sono state assegnate come non provocate. Questo numero è al di sopra della media globale annuale di cinque decessi non provocati all’anno». In questa speciale classifica Stati Uniti e Australia registrano le prime posizioni con, rispettivamente, 47 e 12 casi confermati.

Certo è che, rispetto ai limitatissimi casi di attacco all’uomo, non si può dire lo stesso della protezione che gli uomini garantiscono agli squali a difesa della loro specie. Anzi, la pratica del finning, letteralmente il tagliare via la pinna dello squalo con una lama lasciandolo agonizzante in acqua, sta portando all’estinzione di questo animale marino che, dalle testimonianze fossili, risalirebbe almeno a 400 milioni di anni fa.  Come raccontato da Kodami si stima che ogni anno per soddisfare la richiesta che arriva dal mercato asiatico dove la zuppa di pinne è considerata uno status symbol, circa 73 milioni di squali vengano uccisi solo per le loro pinne e che questo incredibile numero di uccisioni sta portando questo animale fondamentale per l’equilibrio della vita degli oceani, sulla soglia dell’estinzione.  Anche al finning e ai suoi danni saranno dedicate le iniziative organizzate al Museo di Storia Naturale di Venezia da MareVivo che, in occasione della Biennale di Arte prima e della Mostra Cinematografica poi, sarà presente in laguna con una serie di eventi, dibattiti, mostre e tavole rotonde. La mostra di fotografie di Hussain Aga Khan “The living sea”, dedicata agli abitanti del mare, aprirà l’8 giugno la serie di appuntamenti che si chiuderanno poi, il 2 settembre, con l’inaugurazione di un’esposizione fotografica dedicata proprio al finning, per ricordare il pericolo di estinzione che squali corrono a causa dell’uomo e della sua pesca dissennata e priva di regole.

L'immagine di apertura è dal profilo Instagram dei duchi di Cambridge, Kate e William